Hirpini, Marandino: un libro necessario per ricostruire l’identità di questo territorio. Casucci: patrimonio da valorizzare

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“Un libro necessario per restituire all’Irpinia quella forte identità che l’ha sempre contraddistinta e che ancora la contraddistingue”. E’ il curatore Romualdo Marandino a sottolineare l’idea da cui nasce il volume “Hirpini. Le genti del lupo”, edito da Delta 3, presentato questo pomeriggio presso l’auditorium del Museo Irpino. “Studiando il passato della terra irpina è possibile – spiega Marandino – individuare elementi di eccellenza e potenzialità da valorizzare. Un esempio è il festival della farsa popolare che esisteva in passato e che potrebbe essere riproposto nel Mezzogiorno. Proprio dalla memoria d’Irpinia possono arrivare stimoli interessanti per costruire il futuro. Oggi più che mai dobbiamo svegliarci”. Spiega come “La scelta è stata quella di puntare, nella realizzazione del progetto, di collaboratori di diversa formazione, storici, letterati, linguisti per offrire una prospettiva del popolo degli Hirpini che fosse il più possibile esauriente”. Quindi si sofferma sul coraggio degli Hirpini “Un popolo fiero, capace di stabilire rapporti commerciali con i Greci e gli Etruschi, contraddistinto da un’organizzazione religiosa e politica ben definita”. Quindi sofferma sul fenomeno delle continue migrazioni dal Nord al Sud Italia, così diffuso a quel tempo  “Le testimonianze raccolte attestano la presenza nel Samnium di popolazioni greche e nordiche. Un esempio è una civiltà molto antica come quella di Cairano e Oliveto Citra che era transadriatica. La stessa necropoli di Bisaccia ne è una testimonianza”.

A portare i propri saluti l’assessore regionale al turismo Felice Casucci che ha rilanciato sulla necessità di valorizzare il patrimonio archeologico irpino attraverso una nuova visione del turismo che non dimentichi le aree considerate marginali “Come Regione stiamo lavorando al progetto ‘L’Inedito’, l’obiettivo è non solo quello di raccontare luoghi poco conosciuti del territorio ma riscoprire la dimensione dell’identità come spazio vivo. Libri come quello presentato oggi ci offrono l’occasione di vivere la cultura come ricchezza e favorire il dialogo tra passato e presente. E’ un patrimonio che non dobbiamo permettere vada disperso attraverso azioni pubbliche, dagli itinerari agli investimenti sul turismo esperienziale, guardando in particolare al mercato internazionale, ai turisti stranieri che amano tutto ciò che è antico. C’è bisogno di fare quadrato con una cabina di regia pubblica perchè questo patrimonio sia fatto conoscere al di fuori dei confini regionali. E’ necessario stabilire un ponte tra aree interne e costiere, scommettendo sul turismo archeologico e sulla valorizzazione della cultura immateriale. Si tratta di percorsi che abbiamo portato più volte anche alla Borsa del turismo archeologico. E’ questa un’occasione da non perdere”. A ribadire il valore di cui si carica un volume come gli Hirpini anche l’editore Silvio Sallicandro che ha sottolineato l’importanza di un progetto che racconti la memoria della terra irpina.

Molteplici i temi analizzati, dall’origine degli Hirpini all’organizzazione politica, dal commercio alla religiosità, dal ruolo della popolazione di origine sannita nella lotta contro Roma fino al graduale processo di romanizzazione. A offrire il proprio confributo al confronto gli autori Milena Saponara con un’attenta relazione su ‘La preistoria irpina”, Flavio Castaldo su “L’Irpinia dall’età del ferro alla battaglia di Cuma”, Pierina De Simone ha analizzato “Le necropoli di Carife e Castel Baronia”,  Nicola Trunfio ha ricostruito”La lingua, religione e religiosità degli antichi Hripini”, Luigi Lariccia si è soffermato sui rapporti con le altre etnie, Giovanni Ferrante ha ricostruito i complessi rapporti con Roma.