Nell’emergenza il seme della rinascita

0
1367

Sono tante le piste di riflessione personale e comunitaria generate dall’attuale momento di emergenza globale che stiamo vivendo. Una pista, però, sembra essere molto percorsa, indicata dalla stragrande maggioranza degli italiani, quella maggioranza che fino a qualche mese fa era nascosta, comodamente, nel bosco “ombroso” dell’indifferenza, dell’individualismo, dell’io egemone sulle poche suggestioni del noi.

E’ davvero straordinaria l’efficacia formativa e l’immediato travaso della testimonianza proclamata alla concreta azione della responsabilità civile, condivisa ed evidente. Solo i ciechi e gli sprovveduti, in questi giorni, non avvertono la provvidenziale “conversione” del popolo italiano sulle vie della responsabilità, della riscoperta dell’Italia buona, quella di Mameli, di Puccini, delle frecce tricolore e di tanti preziosi tasselli del nostro grande patrimonio storico, artistico, culturale ed umano.

La gente, rinchiusa in casa, che insieme ai vicini del condominio ed intere comunità, esce sui balconi per cantare e suonare, come “preludio” commovente alla vittoria sul nemico ancora oscuro, costituisce un momento di orgoglio collettivo, ma anche di potente capacità di seminare, nel solco dell’attuale emergenza, il seme della speranza e della nuova rinascita.

Nuova rinascita perché nuove saranno, e dovranno essere, le basi essenziali della convivenza, della solidarietà, dell’agire politico, della progettualità civile, economica e sociale, dopo gli effetti devastanti dell’attuale disastro antropologico ed ecologico.

La follia dei potenti, sempre più attestati sul baluardo incosciente del delirio di onnipotenza – impermeabile agli appelli di personaggi profetici, come Papa Francesco, Greta e tanti altri – si blocca improvvisamente davanti alla diffusione in atto del coronavirus.

Di contro si complicano gli sforzi del volontariato, dei medici e degli operatori del sistema sanitario nazionale, tutti sul fronte di una guerra, armati con le armi della solidarietà, dell’abnegazione, dell’impegno senza orari e senza spazi precostituiti: sono gli eroi, fratelli di un’Italia da tempo sommersa, ma sempre viva nei momenti difficili.

Ai nostri giovani, chiusi in casa, pur nella insofferenza della loro vitalità contratta, va affettuosamente fatto metabolizzare spiritualmente questo momento di difficoltà, perché da troppo tempo abbiamo smarrito il significato profondo della sofferenza come lievito della gioia e della speranza di un futuro migliore.

Il colore verde della nostra bandiera nazionale è indice di speranza, di rinascita da situazioni difficili ed a volte drammatiche.

Un’ultima considerazione: la nostra Italia, spesso considerata come una realtà poco edificante, attualmente, con l’evidente comportamento civile e sociale degli italiani, è additata dall’Europa e dal mondo come un esempio da seguire, pur con tutti gli egoismi ed interessi nazionali presenti che non scalfiscono di un millimetro il nostro prezioso tessuto comunitario, con il suo potente e fecondo connettivo umano, sociale e spirituale. Viva l’Italia.

di Gerardo Salvatore