Vittorio Sgarbi a Lacedonia nel segno di Pasolini e Caravaggio

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Vittorio Sgarbi racconta Pasolini e Caravaggio. L’appuntamento è in programma a Lacedonia, il 5 marzo, alle 21.00 nell’anniversario della nascita di Pasolini. Il popolare critico d’arte racconterà due grandi artisti, passando dai versi poetici di Pasolini per arrivare ai dipinti di Michelangelo Merisi, detto Caravaggio. Due artisti lontani tra loro nel tempo, eppure vicini e contemporanei, ribelli, rivoluzionari, amati e contestati, potenti e fragili, innamorati della vita e affascinati dall’oscurità. Entrambi lottarono contro convenzioni e tirannie, pagando il caro prezzo della vita in cambio della propria libertà intellettuale. Uno spettacolo per dimostrare come Caravaggio è doppiamente contemporaneo. Lo è perché viviamo contemporaneamente alle sue opere che continuano a vivere; ed è contemporaneo perché la sensibilità del nostro tempo gli ha restituito tutti i significati e l’importanza della sua opera. Non sono stati il Settecento o l’Ottocento a capire Caravaggio, ma il nostro Novecento. Caravaggio viene riscoperto in un’epoca fortemente improntata ai valori della realtà, del popolo, della lotta di classe. Accade così che gli artisti non sono più del Quattrocento, del Cinquecento e del Seicento ma appartengono al tempo che li capisce, che li interpreta, che li sente contemporanei. “Tra questi- ci ricorda Sgarbi – nessuno è più vicino a noi, alle nostre paure, ai nostri stupori, alle nostre emozioni, di quanto non
sia Caravaggio”. Sia Caravaggio che Pasolini, seppur su piani differenti, innescarono roventi polemiche attraverso le loro modalità artistiche, e di vita, divenendo interpreti di nuove realtà spesso non comprese dai coevi, e dai posteri. In questo spettacolo, tutto da ascoltare e vedere, Vittorio Sgarbi accompagna gli spettatori nelle vite fin dentro le opere rivoluzionarie di Michelangelo Merisi e Pier Paolo Pasolini.  Per Sgarbi si ritratta di un ritorno in Irpinia dove è stato ospite più volte “L’Irpinia è una terra che conosco bene. La sua forte tradizione rinascimentale ne ha fatto un laboratorio di idee e di personaggi che fanno e promuovono cultura e bellezza, spesso alla stregua degli intellettuali della Magna Grecia. E questo forte strumento di riscatto per l’Irpinia può essere di esempio all’intero Mezzogiorno”